Il lupo (la Ferrari) perde il pelo ma non il vizio

Io c’ero, nel 1992, quando la Ferrari dette avvio all’era Schumacher. Non ero un dipendente ma ero Responsabile Tecnico della Galleria del Vento Planair (poi diventata Fondtech) e ho visto cose “che voi umani non potete immaginare” che possano accadere in una squadra di Formula 1.

All’epoca, il gruppo degli aerodinamici della Ferrari era sotto la direzione di Jean Claude Migeot e provavano da noi il modello della F92A, quella con il doppio fondo, che è stata additata come uno dei più grossi fallimenti della scuderia di Maranello ma, nonostante abbia visto scorrere sullo schermo del computer i suoi numeri, non potrei confermare o smentire questo giudizio tecnico.

La mia impressione personale è che i problemi fossero altrove e l’idea del doppio fondo fosse valida ma il fatto è che, nel nostro ruolo di operatori di galleria per clienti esterni, subivamo un continuo lavaggio del cervello per dimenticarci (per questioni di riservatezza) i numeri che si vedevano nel corso delle prove e, devo dire, ci riuscivamo bene.

Ferrari F92A e Marco Giachi

… e provavano da noi il modello della F92A, quella con il doppio fondo.

Ma non è della F92A che voglio parlare bensì del fatto che a Maranello sono come il “lupo che perde il pelo ma non il vizio”, il vizio di vivere perennemente in mezzo alle polemiche, i litigi interni, le correnti.

Allora la vittima sacrificale fu Cesare Fiorio (silurato nella primavera del 1991) e allora, come ora, il dibattito sulle “occasioni perse” era feroce: “zero tituli” con Alain Prost. il mancato ingaggio di Ayrton Senna, la guerra Mansell-Prost a Estoril 1990, le polemiche sulle scelte tecniche.

Ora ci risiamo con Mattia Binotto e di nuovo si sprecano le “occasioni perse”: il mondiale mancato con Fernando Alonso, il “caso Vettel” che a volte andava a volte no e la lotta fra i piloti con episodi incredibilmente identici a quelli già citati come la staccatona di Kimi Raikkonen a Monza 2018 che mi ricorda tanto la partenza di Nigell Mansell nel già citato Gran Premio del Portogallo sul circuito di Estoril nel 1990.

E Frédéric Vasseur? Non ricorda forse Jean Todt?

Allora siamo all’inizio di una “era Leclerc” come fu con Michael Schumacher?

Manca ancora qualche pedina (non dimentichiamo che allora, insieme a Todt e Schumacher, arrivarono anche due signori che si chiamavano Ross Brawn e Rory Birne), ma potrebbe essere.

Anche la situazione dei piloti non è proprio la stessa perché le ambizioni di Carlos Sainz sono inequivocabilmente superiori di quelle che potevano avere Eddie Irvine o Rubens Barrichello o Felipe Massa nei confronti di Michael Schumacher, ma si possono gestire.

L’unico problema è che il cambio, iniziato nel 1992, portò il primo Titolo Mondiale nel 2000, otto anni dopo, e ora il “2” c’è sempre (il cambiamento è cominciato nel 2022) e, quindi, si va al 2030 per il Titolo Piloti (che, diciamocelo francamente, è quello che conta)?

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