L’ultima pensata di Colin Chapman
Quaranta anni fa scompariva Colin Chapman e mai come in questo caso la parola scomparire è adeguata: stroncato da un infarto o nascosto in America Latina per certe operazioni di carattere economico non proprio cristalline? Interessa poco, noi lo ricorderemo sempre come colui che ha introdotto la tecnologia delle monoscocche di alluminio in Formula 1 con la Lotus “25”, il motore portante nella “49”, i telai a cuneo spostando i radiatori ai lati dell’abitacolo con la “72”, l’effetto suolo sulla “78” ed il doppio telaio della “86”, poi evoluta nella “88” che è stata l’ultima sua creatura a scuotere il mondo della Formula 1. Siamo alla soglia degli anni Ottanta, in piena era “wing-car”.
A Norfolk, sono ancora sotto l’effetto adrenalinico prodotto dalla vittoria del Campionato del Mondo di Mario Andretti del 1978 e concepiscono quella che sembra la soluzione finale e assoluta partendo dal fatto che per avere un buon effetto suolo è fondamentale che il fondo rimanga in posizione ottimale rispetto alla pista, non più vicino, non più lontano e con la stessa inclinazione, non un grado di più, non uno di meno…