Ma l’aria, sotto, ci deve passare?

Parte prima: NO

Più di una volta ho sentito appassionati (anche tecnici) disquisire su questa questione. Effettivamente, va detto, guardando le automobili (soprattutto quelle più sportive) la situazione appare contraddittoria assai. L’elemento stilistico della carrozzeria che maggiormente è sotto inchiesta, ovviamente, è il muso della vettura e la domanda è se deve essere arrotondato come il bordo d’entrata di un profilo alare (per favorire il flusso di aria sotto la vettura), o squadrato fino a terra per creare una barriera che chiuda (quasi a sigillare completamente) la parte bassa della carrozzeria. Come si diceva, se si guardano le vetture passate ad attuali, a prima vista si trova di tutto ma, con un po’ di sforzo, una logica la si può anche trovare.

Fino agli anni sessanta l’imperativo era ridurre la resistenza all’avanzamento ed anche nelle gallerie del vento, per chi ci andava, il carico verticale non veniva neppure misurato ma solo stimato con calcoli teorici. Il muso era una bella superficie rotondeggiante disegnata più dal carrozziere che dal progettista il quale si occupava di faccende ritenute più serie come il telaio, il motore, e la parte meccanica in genere. A Le Mans correvano le Jaguar, le Ferrari, le Lotus tutte con il loro musetto deliziosamente rotondo che non prendeva una posizione netta nei confronti dell’aria: che le particelle di aria passassero pure dove volevano loro purché non creassero troppi grattacapi.